Il
valico collega la Valtellina e l'Engadina; il percorso si svolge
quasi interamente in territorio svizzero attraverso la Val
Poschiavina, laterale della Valtellina appartenente ai Grigioni,
ma di lingua italiana, e la Val Bernina, laterale
dell'Engadina. La salita è molto lunga e dura sul
versante valtellinese, con un dislivello di quasi 1900 metri,
mentre è dolce e facile, ad eccezione di qualche breve
tratto, sul versante dell'Engadina, dove il dislivello è
ridotto e la configurazione orografica risulta quella di un
altopiano. La strada è larga e ben tenuta, interamente
asfaltata; attualmente viene tenuta aperta al traffico durante
tutto l'anno; i panorami sui ghiacciai del Bernina sono veramente
eccezionali. Sul valico transita anche la ferrovia
Tirano-St.Moritz, la più alta d'Europa senza meccanismi a
cremagliera; le rotaie sono posate spesso di fianco alla strada,
in alcuni tratti addirittura sulla sede stradale stessa, e
rappresentano un elemento di un certo fastidio per il ciclista;
solo nella salita dopo Poschiavo al passo la ferrovia si inerpica
sull'opposto versante della valle.
Presso il Santuario
della Madonna di Tirano (438m) si abbandonano la statale N.38,
dello Stelvio, ed il fondovalle valtellinese iniziando a salire
dolcemente nella stretta imboccatura della Val Poschiavina; dopo
aver attraversato il torrente Poschiavino su un ponte (493m) si
arriva alla dogana italiana dopo la quale si attraversa il
confine (522m) e si affronta una ripida rampa che conduce alla
dogana svizzera ed alla piccola località di confine di
Campocologno (553m). Si procede in moderata ascesa fino ad un
ponte (557m) percorso anche dalle rotaie della ferrovia, poi la
pendenza diventa decisamente severa e, attraversata Campascio
(652m), si sale con ripidi tornanti a Brusio (781m), esteso
centro abitato formato da nuclei sparsi; si continua in dura
ascesa fino a Miralago (962m), all'estremità meridionale
del lago di Poschiavo, limpido specchio d'acqua che riflette
l'immagine delle montagne circostanti. Si costeggia il lago
con saliscendi fino a Le Prese (965m), all'estremità
settentrionale del bacino; i ciclisti in bicicletta da montagna
possono scendere alla stazione ferroviaria di Miralago,
attraversare i binari, svoltare a sinistra e costeggiare su buon
sterrato la sponda occidentale del lago evitando il
traffico. Nell'attraversamento di Le Prese la strada si
restringe e le rotaie corrono sulla corsia di salita come quelle
di un tram; si procede in piano nella valle, qui larga ed amena,
fino a Sant'Antonio (994m), che si attraversa in leggera salita;
dopo il ponte (1001m) sul torrente Poschiavino si corre in piano
sino a Poschiavo (1014m), centro principale dell'omonima vallata;
si può attraversare il paese lungo la vecchia strada
centrale in pavè oppure seguire le indicazioni per il
Bernina che conducono lungo la moderna circonvallazione. Si
continua in moderata ascesa fino a San Carlo (1093m), che si
attraversa in decisa salita; si passa sotto l'arco di un'antica
costruzione, si tiene a destra ad un incrocio seguendo la strada
principale e si abbandona il fondovalle iniziando la dura e
continua ascesa al valico: si corre a lungo in costa tra i boschi
di conifere mentre sull'opposto versante sale con ampi tornanti
la ferrovia che raggiunge località isolate come Cavaglia
(1703m) e l'Alpe Grum (2103m). Si transita sopra il piccolo
borgo di Pisciadello (1483m) e si passa presso l'osteria
Pizzolascio (1552m); subito dopo il ristorante Sfazù ad un
incrocio (1622m) si lascia a destra la carreggiabile per l'Alpe
Campo (2065m); la strada diventa più ripida e risale con
duri tornanti il bastione roccioso che chiude la valle; si sbuca
nella conca della Rosa (1870m), dove si procede in falsopiano per
circa 500 metri prima di riprendere a salire con tornanti molto
impegnativi in un ambiente di rocce e magri prati di alta
montagna. A La Motta (2054m) si lascia a destra la strada che
conduce a Livigno attraverso la Forcola
di Livigno (2315m); presso l'incrocio sorge la dogana
svizzera. Si continua continua con alcuni ripidi tornanti e
dopo l'ultimo tornante (2228m) un duro tratto in costa conduce al
valico, in un maestoso scenario dominato dai ghiacciai del
Bernina. Con 400 metri di discesa si perviene all'ospizio
(2309m); con una stradina si può scendere alla stazione
ferroviaria (2253m) sulla riva del Lago Bianco (2234m), le cui
chiare acque glaciali contrastano con le acque scure del vicino e
più piccolo Lago Nero.
Sul facile versante
dell'Engadina il percorso inizia a Samedan (1722m), paese a 5
chilometri da St.Moritz (1822m), località turistica di
fama mondiale. Senza difficoltà si raggiunge
Pontresina (1805m), il cui centro abitato può essere
evitato seguendo la moderna strada di circonvallazione; si
continua in leggera ascesa costeggiando il torrente Ova da
Bernina oltre il quale si snoda il tracciato ferroviario fino
all'incrocio (1880m) dove si lascia a destra la stradina
percorribile sino all'albergo Morteratsch (1896m) dal quale si
può accedere al ghiacciaio del Morteratsch sul quale si
gode un eccezionale spettacolo mentre si affrontano due ripidi
tornanti; dopo il secondo tornante (1949m) si attraversa la
ferrovia ad un passaggio a livello senza sbarre. Si sale
sensibilmente riattraversando la ferrovia (attenzione ai binari
sporgenti!) appena prima delle poche case sparse della località
Bernina Suot (2046m); in moderata ascesa si superano le stazioni
di base delle funivie del Diavolezza (2093m) e del Piz Lagalb
(2107m). Dopo un tratto con pendenza molto impegnativa si sale
dolcemente con larghi curvoni nell'ampia vallata; si supera il
ponte (2286m) sul torrente della Val dal Bugliet, immissario del
Lago Bianco, ed in breve si raggiunge il passo.
(Itinerario
percorso il 07/09/1986)
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