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				passo si trova sullo spartiacque tra il Vallone del Mortirolo ad
				ovest e la Val Bighera, laterale della Val Grande, ad est, ai
				limiti del Parco nazionale dello Stelvio, in alta Val
				Camonica.Il valico è raggiungibile solo dal versante
				ovest mediante una strada asfaltata che si distacca dal celebre
				percorso del Passo del Mortirolo quasi in vista della sommità
				e raggiunge il valico; sul versante orientale una strada
				asfaltata sale da Vezza d'Oglio a Grano da dove una ripida pista
				a fondo naturale si inerpica al passo.
 Il versante occidentale
				è percorribile con una bicicletta da corsa mentre il
				versante orientale richiede l'utilizzo di una mountain-bike.
 Il
				passo geografico si trova a 2093m mentre la strada raggiunge la
				quota massima a 2130m sul lato meridionale della sella prativa;
				una carreggiabile che si distacca dalla strada asfaltata circa
				100 metri ad est del punto sommitale raggiunge il valico
				geografico.
 
 Sul versante occidentale asfaltato da Edolo
				(699m) si segue la frequentata strada che conduce al Passo
				del Tonale (1883m) con salita moderata ma costante; dopo due
				ampi tornanti (783m e 787m) ed un albergo-ristorante isolato
				(822m) si incontra l'incrocio ben segnalato (891m) per Monno ed
				il Passo del Mortirolo dove si svolta a sinistra affrontando una
				dura salita dapprima in costa; sulla sinistra si nota l'antico
				Santuario di San Brizio, raggiungibile con un sentiero.
 Dopo
				un chilometro si affronta il 1° tornante (972m) tra i prati
				della bella conca di Monno e dopo il 2° tornante (987m) si
				costeggia il cimitero e si raggiungono le prime case di Monno; in
				corrispondenza del 3° tornante (1017m) si lascia a sinistra
				un primo accesso al centro di Monno che viene evitato dalla
				strada provinciale 81.
 Dal 4° tornante (1032m) si gode una
				bella vista sul centro abitato di Monno, dominato dalla chiesa
				parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo (1063m) e, più in
				alto, dalla chiesa di San Sebastiano (1117m); presso un
				parcheggio si effettua il 5° tornante (1059m) lasciando a
				sinistra il tracciato principale con diritto di precedenza che
				entra nel centro del paese.
 Si affronta il 6° tornante
				(1070m) e si transita nella parte alta del centro abitato uscendo
				dal paese con una dura rampa seguita da un falsopiano tra i
				prati.
 Con un tratto ripidissimo si entra nel bosco seguendo
				la stretta valle del Mortirolo; dopo il 7° tornante (1227m),
				in corrispondenza del quale si lascia a sinistra l'antica
				mulattiera del Mortirolo, la salita ridiventa pedalabile e
				ritorna verso la Val Camonica dominata dal massiccio
				dell'Adamello; dopo l'ottavo tornante (1355m) la strada continua
				molto dura con numerose curve nel bosco per un lungo tratto
				finché non si ritorna alti in costa nella valle del
				Mortirolo.
 Con salita moderata ed un tratto di falsopiano si
				raggiunge la grande conca prativa del Mortirolo, costellata di
				casolari e baite sparse.
 Si attraversa il torrente Ogliolo di
				Monno al Ponte di Palu (1633m), dopo il quale sulla destra si
				incontra una fontanella con acqua di sorgente; all'improvviso la
				salita riprende terribile con una serie di stretti e continui
				tornanti tra i prati: si affrontano ravvicinati il 9°
				tornante (1651m), il 10° tornante, l'undicesimo tornante, il
				12° tornante (1676m), il 13° tornante ed il 14°
				tornante.
 Si incontra un bar-ristorante di fronte alla
				cappella di San Giacomo (1710m) che sorge presso il 15°
				tornante ed in corrispondenza del 16° tornante (1716m) si
				lascia sulla destra la caserma del Mortirolo.
 Si affrontano i
				ripidi 17°, 18° e 19° tornante (1758m) e subito dopo
				si sfiora a sinistra il moderno bar-ristorante Belvedere.
 La
				strada procede con altre dure rampe fino alla trattoria Mortirolo
				(1812m); dopo 150 metri si raggiunge un incrocio (1823m) dove si
				svolta a destra lasciando la strada per il Passo
				del Mortirolo (1852m), la cui sommità dista ormai solo
				800 metri, e si imbocca una stretta stradina asfaltata che inizia
				con un bel tratto di falsopiano.
 Dopo essere entrata nel bosco
				però la pendenza diventa sempre più dura e si deve
				percorrere un tratto ripidissimo fino ad uscire in mezzo ai
				pascoli; quando la pendenza diminuisce un poco si lascia a
				sinistra il tracciato della vecchia strada militare a fondo
				naturale per il Passo di Varadega, ormai percorribile a fatica
				solo fino alle malghe sovrastanti.
 Si aggira la testata del
				vallone ed in piano si raggiunge un ponticello (1951m); si
				continua in leggera salita tra i pascoli fino a quando occorre
				scendere dalla bicicletta per pochi metri per superare senza
				difficoltà un ruscello che attraversa la strada; si
				procede in salita con pendenza che diventa molto impegnativa fino
				ad aggirare il costone.
 Si risale duramente un ampio vallone
				di pascoli con ampio panorama retrospettivo sul Passo del
				Mortirolo; la pendenza diminuisce e si supera un altro ponticello
				entrando nell'ampia conca prativa del valico, perfettamente
				identificabile di fronte, dove sulla sinistra si trova la Malga
				Salina.
 La strada, ancora ben asfaltata, sale moderatamente
				sul lato meridionale della sella fino a raggiungere la sommità
				(2130m) più in alto rispetto al valico vero e proprio, che
				forma un grande pascolo, in corrispondenza dell'inizio della
				pista a fondo naturale che conduce al Pianaccio (2182m).
 
 Sul
				versante orientale il percorso inizia a Vezza d'Oglio (1056m)
				dove si abbandona la strada che conduce al Passo del Tonale in
				corrispondenza del ponte sul torrente che scende dalla Val Grande
				imboccando la via in pavé che costeggia il torrente.
 Si
				arriva in breve nella piazza dove a destra sorge la chiesa
				parrocchiale e si trova una fontana (1064m); si svolta a sinistra
				percorrendo il ponte sul torrente e si percorre una stretta
				strada in pavé nel centro del paese; il tracciato si
				allarga, diventa asfaltato ed affronta il 1° tornante (1080m)
				proseguendo tra le case della parte alta del paese ed entrando
				nella Val Grande.
 In corrispondenza del 2° tornante
				(1123m) si ignorano una prima strada a destra che percorre un
				ponte sul torrente ed una seconda stretta e ripida stradina dopo
				una casa.
 Dopo un breve tratto nel bosco si oltrepassano case
				sparse costruite sulla parete ben esposta al sole e si superano
				il 3° tornante (1184m) ed il 4° tornante (1211m) per
				arrivare alla piccola frazione Grano (1237m) ed al 5°
				tornante (1241m).
 Il fondo asfaltato viene sostituito da un
				fondo cementato e si oltrepassa un parcheggio sterrato a destra
				(1287m); in corrispondenza dell'ampio 6° tornante (1327m) si
				ignora il tracciato a destra per Risolina e la Val Grande.
 Dopo
				un tratto nel bosco si arriva tra i prati all'antico borgo di
				Cormignano dove si affronta il 7° tornante (1404m) seguito
				nel bosco dall'ottavo tornante (1421m), dal 9° tornante
				(1444m) e dal 10° tornante a fondo naturale.
 In ripida
				ascesa si oltrepassano due costruzioni e si effettua l'undicesimo
				tornante (1558m) in corrispondenza del quale si ignora a sinistra
				una carreggiabile; dopo il 12° tornante (1684m) ed il 13°
				tornante (1774m) ad un incrocio (1811m) si ignora a destra la
				diramazione a fondo chiuso per Monti di Stol; poco dopo si
				incontra il 14° tornante (1840m).
 Continuando in ripida
				ascesa nel bosco si arriva all'incrocio (1936m) con il quale si
				sbuca su una strada asfaltata effettuando il 15° tornante
				destrorso; si lascia a sinistra una strada asfaltata che scende
				per breve tratto terminando in uno spiazzo dal quale una pista
				difficoltosa scende nel fondovalle ad Incudine.
 Si affrontano
				in dura ascesa sull'asfalto nel bosco il 16° tornante, il 17°
				tornante, il 18° tornante (1982m), il 19° tornante
				(2011m), il 20° tornante ed il panoramico 21° tornante;
				il tracciato volge poi verso nord entrando nella Val Grande ed
				aggirando le pendici orientali del Pianaccio.
 Infine il
				percorso volge ad ovest entrando nella Val Bighera e lascia a
				destra la carreggiabile che raggiunge il valico geografico
				(2093m); con l'ultima breve ma ripida rampa raggiunge la sommità
				(2130m).
 
 Dal valico si gode un bel panorama verso i monti
				della Val Grande ad est, verso il Monte Serottini (2967m) a nord
				e verso il Monte Pagano ad ovest.
 Dalla sommità una
				stradina sterrata chiusa al traffico motorizzato non autorizzato
				sale impegnativa incontrando subito un tornante (2137m); dopo un
				traversone con resti di caserme sulla destra si effettua un
				secondo tornante, in corrispondenza del quale si distacca a
				destra il sentiero pedonale che raggiunge il Monte Pagano
				(2348m), dove sorgono i resti di un fortino circolare risalente
				al periodo della Prima Guerra Mondiale in posizione strategica e
				molto panoramica,
 Percorrendo una sella tra la Val Bighera a
				nord e la Valle Camonica a sud si arriva in breve al Pianaccio
				(2182m), tondeggiante cima poco accentuata con splendido panorama
				sull'Adamello ed i monti circostanti.
 
 (Itinerario percorso
				il 20/07/2002 dal versante occidentale)
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