| Il
				valico collega l'alto Lario con la ticinese Val Morobbia e
				risulta raggiungibile mediante una strada non asfaltata dal
				versante italiano e da sentieri pedonali sul versante
				svizzero.Il passo ha avuto in passato una notevole e
				documentata importanza commerciale, ma è stato emarginato
				dalla viabilità moderna; la strada, percorribile
				comodamente fino al Passo del Giovo e con difficoltà nel
				tratto finale, risale al periodo della prima guerra mondiale.
 In
				alcune carte ed in alcuni testi viene utilizzata la grafia San
				Jorio anziché San Iorio; in questa sede è stata
				scelta la grafia utilizzata nell'atlante stradale d'Italia del
				TCI.
 
 A Dongo(204m), importante centro sulla sponda
				occidentale del Lago di Como, si lascia la strada costiera presso
				il Santuario della Madonna delle Lacrime sulla riva del torrente
				Albano e si imbocca la strada asfaltata che sale moderatamente
				rettilinea attraverso le abitazioni prima di iniziare a salire
				con ripidi tornanti e splendida vista sul lago.
 Si arriva a
				Stazzona (515m) e si attraversa il paese con pendenze più
				abbordabili tralasciando la diramazione per la chiesa ed il
				municipio; si raggiunge Germasino (570m) dove si incontra una
				fontana.
 Si continua nella Val Dongana, percorsa dal torrente
				Albano, con un tratto di falsopiano all'uscita di Germasino, poi
				si riprende a salire sensibilmente arrivando in breve a Garzeno
				(662m); già nell'abitato si affrontano due tornanti:
				all'uscita del secondo si imbocca una buona strada asfaltata che
				si snoda nel bosco con alcuni tornanti e con pendenze
				generalmente moderate alternate ad alcuni strappi ripidi.
 La
				salita diventa decisamente impegnativa e si raggiunge il
				ristorante Sant'Anna presso la chiesa di Sant'Anna (928m); si
				continua in forte salita molto ben ombreggiata, si supera Acquate
				(1160m) e si raggiunge la Bocchetta di Sant'Anna (1206m), dove il
				percorso abbandona la Val Dongana per entrare nella Valle di San
				Iorio.
 Dopo 300 metri di leggera discesa termina il tratto
				asfaltato e si procede su buon fondo in terra e pendenze
				moderate; il tracciato si snoda in costa nel bosco che
				periodicamente si dirada lasciando vedere splendidi panorami
				sulla Valtellina.
 Dopo aver lasciato a destra una diramazione
				per il Rifugio Mottafoiada la strada sale con maggiore pendenza
				nel bosco, supera due tornanti ravvicinati ed esce dalla zona
				boscosa.
 Si continua fra i cespugli con ampia vista e si
				affrontano altri due tornanti in una zona prativa, poi si passa
				lungo una parete dirupata e con una leggera discesa si raggiunge
				il Rifugio il Giovo (1714m), costruito in mezzo all'ampia sella
				del Passo del Giovo, importante punto di passaggio tra la Val
				Dongana e la Valle di San Iorio; il suo nome ha origine latina e
				suggerisce l'importanza di questi itinerari nei tempi antichi; vi
				termina il tratto di strada la cui percorrenza è
				consentita ai veicoli a motore; sul lato sud del rifugio si trova
				una bella fontana di acqua freschissima.
 Dal Giovo si procede
				ignorando la diramazione a sinistra per il Rifugio Sommafiume
				(1806m) e si affrontano due stretti tornanti poi si continua con
				fondo che alterna tratti ottimi ad altri pessimi, che possono
				costringere a mettere piede a terra, lungo un ripido tracciato
				che si snoda in costa passando alto sopra l'Alpe di Pozzolo
				(1742m) per aggirare la testata della valle superando alcuni
				ponticelli; subito dopo uno di questi inizia un tratto lastricato
				con pendenze durissime.
 Si raggiunge il ripidissimo tornante
				presso le baite della località Corte Cima di Pozzolo
				(1919m) e con altri due tornanti molti ripidi si raggiunge il
				rifugio San Iorio (1950m), dove termina il tratto lastricato.
 Con
				un tornante davanti al rifugio si imboccano gli ultimi 300 metri
				con stradina malridotta e stretta ma sempre ciclabile che
				presenta un ultimo tornante e lo strappo conclusivo che conduce
				alla stretta sella dove sorge il cippo di confine.
 Nelle
				vicinanze sorge il quattrocentesco oratorio di San Iorio.
 Dal
				passo si gode un panorama spettacoloso sul versante ticinese: in
				basso si vede il Lago Maggiore mentre sullo sfondo si vede un
				gran cerchio di montagne dal Monte Rosa ai monti del
				Vallese.
 
 Sul versante svizzero ci sono dei sentieri che
				scendono sia a Carena (958m), ultimo paese della Val Morobbia, da
				cui su strada asfaltata si raggiungono Giubiasco e Bellinzona,
				sia all'Alpe Biscia (1995m) ed all'Alpe di Gesero (1706m),
				raggiungibile per carreggiabile da Arbedo e per strada in gran
				parte asfaltata da Roveredo, in Val Mesolcina.
 
 (Itinerario
				percorso il 21/06/2003)
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