BAITA DEL PASTORE, 2165m (Sondrio)



Accesso da Bormio 16,4 Km

Stato

Distanza (km)

Dislivello (m)

Pendenza (%)

Bormio(1201)-Uzza(1307)
A
2,4

106

4,42

Uzza(1307)-San Nicolò(1319)  

A

1,2

12

1,00

San Nicolò(1319)-Madonna dei Monti(1512) 

A

2,2

193

8,77

Madonna dei Monti(1512)-Niblogo(1560)

A

1,3

48

3,69

Niblogo(1560)-Ponte Tre Croci(1619)
N A

1,3

59

4,54

Ponte Tre Croci(1619)-secondo ponte(1740)
N A

1,5

121

8,07

secondo ponte(1740)-Zebrù di Giardin(1866)
N A

1,2

126

10,50

Zebrù di Giardin(1866)-ponte Baite Pecè(1905)
N A

1,7

39

2,29

ponte Baite di Pecè(1905)-quarto ponte(1925)
N A

0,3

20

6,67

quarto ponte(1925)-Baita Campo(2000) 
N A

1,1

75

6,82

Baita Campo(2000)-Baita del Pastore(2165) 
N A

2,2

165

7,50




La località è situata alla testata settentrionale della bellissima Valle dello Zebrù, laterale della Valfurva, in alta Valtellina.

A Bormio (1201m) si imbocca la strada asfaltata del Passo di Gavia (2621m) che risale l'inizio della Valfurva in moderata salita; dopo il barocco santuario ottagonale della Madonna della Misericordia si sale ripidamente al borgo di Uzza (1307m) e si raggiunge in leggera discesa e falsopiano l'abitato di San Nicolò (1319m); 200 metri dopo la chiesa nella piazza principale si svolta a sinistra seguendo i cartelli per la Val Zebrù; si imbocca una ripida strada asfaltata che sale tra le case della parte alta di San Nicolò; in un paio di incroci occorre seguire le indicazioni per Madonna dei Monti; dopo il primo tornante la salita diventa irregolare e si snoda in costa sempre al sole alternando tratti ripidi e pezzi di salita moderata; si affrontano altri due tornanti.
In dura ascesa si raggiunge l'abitato di Madonna dei Monti (1512m); si incontrano il quarto tornante di fronte alla chiesa della Madonna del Carmine e, dopo 220 metri, il quinto, in corrispondenza dell'incrocio per Canareglia e la strada militare dell'Ables.
La salita continua dura ed asfaltata superando Plazzola ed arrivando a Niblogo (1560m), dove si trova un parcheggio perché termina il tratto liberamente percorribile con i veicoli a motore; solo gli autoveicoli autorizzati possono risalire la Val Zebrù.
Si percorre una strada con buon fondo naturale che si snoda in costa, protetta con una ringhiera in legno, a grande altezza sul profondo imbocco della Val Zebrù; la salita è generalmente moderata con qualche strappo più duro.
Si raggiunge il Ponte delle Tre Croci (1619m), dove si lascia a destra la carreggiabile alternativa che sale da Sant'Antonio; e si imbocca una stretta gola costeggiando dapprima il torrente; la strada si impenna e sale ripidissima nel fitto bosco con due tornanti fino ad un bivio, poi diventa quasi pianeggiante fino al secondo ponte a quota 1740 metri, dove si riattraversa il torrente.
Si affronta una ripida ascesa nel bosco con due tornanti, si passa sotto le baite di Zebrù di Fuori (1825m) e si raggiunge la località di Zebrù di Giardin (1866m), dove la dura salita si interrompe.
Si continua in moderata ascesa superando Zebrù di Dentro e Chitomàs (1881m) e con una breve sensibile discesa si raggiunge il torrente e lo si attraversa sul ponte (1905m) presso le Baite di Pecè; dopo una breve ripida rampa si riattraversa il torrente su un altro ponte (1925m).
Si continua lungo il versante nord in salita sensibile e poi moderata, si passa Pramighèn e si scende leggermente per attraversare il torrente.
Dopo il ponte si superano le Baite Campo di Fuori ed in forte salita si raggiunge il Rifugio Baita Campo (2000m); dopo aver oltrepassato le Baite Campo di Dentro si raggiunge l'ultimo ponte.
Si sale ripidamente fino ad un tornante, poi l'ascesa diventa ripidissima e si snoda in costa senza soste con qualche tratto esposto fino alla Baita del Pastore (2165m), dove si trova un'area attrezzata per la sosta con una bellissima fontana di acqua freschissima; il panorama è meraviglioso con cime alte e grandiose e possenti ghiacciai.
La mulattiera prosegue poco ciclabile fino alla partenza (2525m) della teleferica per il Rifugio V° Alpini (2878m): le pendenze ripidissime ed il fondo molto sassoso rendono percorribili in sella solo pochi tratti anche ai ciclisti più allenati e ben equipaggiati.

(Itinerario percorso il 21 giugno 1998)



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