Il
passo collega la Val Brembana a sud con la Valtellina a nord con
una strada non asfaltata completata nel 2004 e rappresenta
l'unico passaggio ciclabile delle Orobie oltre alla strada
asfaltata del Passo
di San Marco (1995m). Il versante bergamasco presenta
dapprima la strada asfaltata che sale a Foppolo ed in seguito un
durissimo finale a fondo naturale; il versante valtellinese
risulta più solitario e il tracciato, solo inizialmente
asfaltato, risale la Valmadre in un ambiente molto suggestivo; il
passo è facilmente identificabile anche per i numerosi
tralicci delle linee elettriche che lo attraversano.
Sul
versante bergamasco si parte da Lenna bassa (463m) nel piazzale
dell'ex-stazione ferroviaria, raggiunto dalla pista ciclabile
della Val Brembana realizzata dalla provincia di Bergamo
riadattando il vecchio tracciato ferroviario in disuso da
decenni, dove si può scegliere tra due alternative. Il
primo itinerario lungo la provinciale richiede di seguire i
cartelli per Foppolo attraversando Lenna alta (482m), da dove si
procede in leggera salita sfiorando gli abitati di Valnegra e
Moio de'Calvi; la salita diventa più impegnativa e si
percorre una galleria mentre la valle si restringe. L'itinerario
alternativo più tranquillo richiede di imboccare la strada
a destra di quella che sale a Lenna alta e di seguire il percorso
di fondovalle che sale leggermente fino ad una piccola diga ed ad
uno stabilimento di imbottigliamento di acqua minerale; presso
una centrale elettrica si affrontano alcuni tornanti che
conducono sulla provinciale in corrispondenza del bivio per
Roncobello. Dopo l'incrocio si sale moderatamente fino ad una
breve contropendenza in una stretta gola; dopo un gruppo di case
la salita diventa impegnativa e si raggiunge l'abitato di Fondra
(709m), dopo il quale si percorrono le strette e suggestive gole
del Brembo; dopo le gole si raggiunge il piccolo abitato di
Isola, che viene aggirato dalla provinciale; se invece si imbocca
la stradina che passa tra le case si incontra una bella
fontana. Il percorso supera Trabuchello (799m), situato nella
posizione in cui la valle comincia ad allargarsi nell'ampia conca
di Branzi che si raggiunge in moderata
ascesa. Nell'attraversamento di Branzi (844m) la strada si
impenna ed esce dal paese con due impegnativi tornanti situati
ancora nell'abitato; ad un incrocio (961m) dopo il terzo tornante
si lascia a destra la strada per Carona (1116m) e si continua in
ripida e tortuosa ascesa lungo la verticale parete che chiude a
nord la conca di Branzi. La valle piega a nord-ovest entrando
nell'alta valle e si percorre un tratto di falsopiano nel bosco,
poi la salita riprende moderata, si attraversa il fiume (1130m) e
si raggiunge la chiesa parrocchiale (1136m) di Valleve che
precede il piccolo comune di Valleve (1141m) che la strada
provinciale lascia sulla destra percorrendo una ripida rampa; si
continua in forte salita nel bosco mentre l'ambiente diventa
sempre più alpestre; dopo un breve falsopiano si
riattraversa il fiume su un ponte (1261m) ed in forte salita si
arriva al bivio di Cambrembo (1340m), dove si lascia a sinistra
la strada asfaltata per la stazione sciistica di San
Simone (1670m). Subito dopo l'incrocio si affronta un
tornante in galleria ed il percorso volge verso est snodandosi in
costa con alcune semigallerie paravalanghe alla base di una
ripida parete boscosa; dopo una galleria in curva si arriva nel
piazzale di Foppolo Piano (1508m), la parte bassa di Foppolo con
il paese vecchio, quasi introvabile in mezzo all'enorme
espansione edilizia moderna, e la chiesa parrocchiale dedicata a
Santa Maria Assunta. Si sale a sinistra della chiesa e dopo
circa 500 metri si raggiunge un ampio incrocio dove occorre
tenere a sinistra salendo a tornanti tra le case; si svolta
ancora a sinistra seguendo le indicazioni per l'Hotel des Alpes,
si passa dietro l'albergo su strada ancora asfaltata, si supera
un tornante e si raggiunge l'ultimo condominio in località
Rovera. La strada asfaltata termina e si imbocca il tratto
sterrato, che dovrebbe essere chiuso al traffico motorizzato non
autorizzato. La prima rampa è durissima, molto
sconnessa, può richiedere di dover mettere piede a terra e
conduce in 100 metri ad uno spiazzo: sulla destra si trova una
fontana, un cartello dichiara la quota di 1650m, il sentiero di
sinistra si dirige al Passo del Porcile, il sentiero di destra si
dirige al Passo della Croce e la stradina sterrata di fronte è
quella per il Passo di Dordona. Si passa tra gli sbarramenti
in cemento costruiti in funzione antivalanghe e si sale
ripidamente tra i prati alternando fondo discreto e fondo sassoso
e difficoltoso; presso la stazione di partenza di una sciovia si
affronta il primo di 4 tornanti ripidi e dissestati, poi si entra
nell'ampio vallone che volge ad est verso il Montebello ed il
tracciato diventa meno ripido e con fondo migliore; gli ampi
prati del vallone sono in inverno piste da sci ed in estate
pascolo per le mucche. Si arriva facilmente ad un tornante
dove inizia il sentiero pedonale per il Montebello (2230m) e la
pendenza comincia ad aumentare; si aggira un costone e si rientra
nel vallone che conduce al valico mentre la pendenza diventa
ripida ed il fondo sconnesso; a causa dei sassi e del fondo poco
solido la ruota posteriore tende facilmente a slittare ed è
probabile dover mettere piede a terra con conseguenti difficoltà
di ripartenza; dopo una serie di strappi molto difficili si entra
in una strettoia con breve falsopiano prima di affrontare una
rampa ripidissima e molto sconnessa che conduce ad un
tornante. Dopo il tornante la pendenza diminuisce ed il fondo
migliora; con il tornante successivo si entra nel tratto
conclusivo, si passa sopra il minuscolo Lago di Dordona (2056m)
ed in leggera discesa si raggiunge il passo. Il valico è
segnalato mediante il cartello con il nome e la quota ai piedi
del dosso su cui sorgono una cappellina e l'asta con la bandiera;
ad ovest si trovano le fortificazioni risalenti al periodo della
Prima Guerra Mondiale, molto ben conservate grazie agli
interventi di restauro delle associazioni locali; si gode un
ampio panorama sul versante settentrionale dove svetta il
Disgrazia con i suoi ghiacciai.
Sul versante valtellinese
si parte da Fusine (285m), a breve distanza da Sondrio, e si
imbocca nella parte orientale del paese la Via Masoni senza
nessuna altra indicazione; alla fine delle case si affronta il 1°
tornante in corrispondenza del quale si ignora la stradina
asfaltata a destra. La stretta strada asfaltata risale immersa
nel fitto bosco la parete sopra il paese con continui tornanti e
forti pendenze superando dopo il 18° tornante la chiesa della
Madonnina (559m) e dopo il 26° tornante (860m) l'alpeggio di
Cà Manari (885m), dove si procede diritti ignorando la
diramazione a sinistra, prima di entrare nella Valmadre alti sul
fondovalle. Dopo altri 4 tornanti si supera Dosso di Sopra
(1071m) che si trova in basso rispetto al tracciato; subito dopo
l'asfalto termina e si continua su strada a fondo naturale che
presenta anche un tratto spettacolare scavato nella viva roccia e
raggiunge Valmadre (1195m), frazione popolosa ed abitata
permanentemente nei secoli passati ed oggi utilizzata solo in
estate. Si procede senza difficoltà nell'ampia valle
superando le località Costa (1206m), Grumello (1234m) e
Teccie (1252m), poco prima di attraversare per la prima volta il
torrente Madrasco (1277m); da questo punto esiste il divieto di
transito per il traffico motorizzato non autorizzato. La valle
si restringe, si riattraversa il torrente (1405m) e con pendenze
molto ripide e fondo che alterna tratti cementati ed altri
sterrati si affrontano il 31° tornante, il 32° tornante
(1459m), il 33° tornante , il 34° tornante (1512m), il
35° tornante (1534m) ed il 36° tornante che conducono a
superare un dosso, dopo il quale si scende brevemente a Baitone
(1587m), da dove si può individuare il passo; questo
tratto di discesa fa diminuire il valore della pendenza media
rendendolo meno significativo. Si riprende a salire
affrontando il 37° tornante (1620m) ed il 38° tornante
(1638m); dopo un tratto abbastanza rettilineo si superano il 39°
tornante, il 40° tornante (1781m), il 41° tornante, il
42° tornante (1837m), il 43° tornante (1875m) ed il 44°
tornante (1908m) che consentono di raggiungere con dure pendenze
l'Alpe Dordona dove sorge il moderno Rifugio Dordona
(1954m). Dopo aver aggirato con tre tornanti ravvicinati la
testata della valle si percorre un lungo tratto in costa alla
base del valico e si affronta il 48° ed ultimo tornante
(2051m) immettendosi sul breve rettilineo che raggiunge la
sommità del passo.
(Itinerario percorso il
15/09/2007 dal versante bergamasco).
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