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				passo è situato sullo spartiacque tra la Valtellina e la
				valle di Livigno, idrograficamente appartenente al bacino
				dell'Inn e quindi del Danubio, e risulta percorribile mediante
				una strada non asfaltata.Nel passato il valico ha
				rappresentato un'importante passaggio commerciale tra la
				Valtellina ed i Grigioni, ma la viabilità moderna ha
				emarginato il tracciato, diventato interessante per il turismo e
				per l'accesso al complesso di impianti idroelettrici
				dell'area.
 
 Al ponte di Santa Lucia (1170m) all'inizio
				della conca di Bormio si imbocca la pista ciclabile che costeggia
				l'Adda in leggera ascesa; questo tratto è molto
				frequentato dai pedoni e bisogna procedere a bassa velocità.
 Il
				tracciato percorre poi una stretta gola ed arriva ad un incrocio;
				a sinistra il tracciato attraversa il ponte sul fiume ma poi
				diventa sterrato ed adatto solo per le mountain-bike; a destra il
				percorso asfaltato sale con un duro tornante e sbuca presso la
				chiesa di San Gallo (1238m) sulla provinciale che a sinistra
				raggiunge in falsopiano Premadio il cui attraversamento è
				regolato a senso unico alternato mediante un semaforo.
 Subito
				dopo il semaforo la strada si impenna e con due ripidi tornanti
				raggiunge la chiesa parrocchiale; dopo un tratto a senso unico si
				svolta a sinistra, si oltrepassa una fontana e si sale
				sensibilmente all'incrocio (1310m) sulla statale 301 in località
				Fior d'Alpe ai piedi del Santuario della Madonna della Pietà
				(1317m).
 
 Al quadrivio si abbandona la strada asfaltata che
				sale al Passo
				del Foscagno (2291m) ed a Livigno per imboccare una strada
				asfaltata; l'incrocio è ben segnalato con i cartelli
				turistici per le Torri di Fraele ed i laghi di Cancano.
 Al
				primo tornante si lascia a sinistra la strada asfaltata per
				Pedenosso e si continua in forte salita; nelle stagioni di
				maggiore rilevanza turistica il traffico può risultare
				molto intenso e fastidioso.
 Ad ogni tornante si incontra un
				cartello con la numerzione progressiva e la quota ma bisogna
				segnalare che la numerazione dei cartelli è decrescente
				per cui il 1° tornante ha il cartello con il numero 21 e
				l'ultomo tornante riporta il numero 1.
 Si affrontano con
				pendenza impegnativa il secondo tornante, il terzo tornante
				(1397m) ed il quarto tornante (1429m), poi si continua con un
				lungo tratto in costa nel Bosco d'Arsiccio con panorama sempre
				più vasto ai piedi del Monte delle Scale (2521m).
 Di
				fronte appaiono le "Scale di Fraele", una spettacolare
				sequenza di 17 continui e duri tornanti che si affrontano dopo un
				breve tratto di facile salita presso l'area attrezzata di Sasso
				Prada e la stazione di pagamento del pedaggio per i veicoli a
				motore.
 I tornanti sono disegnati molto bene con ampio raggio
				di curvatura ed il panorama è spettacolare; sono quotati
				il 6° tornante (1679m), il 10° tornante (1727m),
				l'undicesimo tornante (1745m), il 12° tornante (1763m), il
				ravvicinato 13° tornante (1773m), il 15° tornante
				(1800m), il 16° tornante (1825m), il 17° tornante
				(1837m), il 18° tornante (1866m), il 19° tornante
				(1875m), appena prima del quale si distacca a sinistra la
				sterrata pianeggiante per Arnoga, il 20° tornante (1899m) ed
				il 21° tornante (1918m).
 Dopo il 21° ed ultimo
				tornante (1918m) la pendenza diventa dolce, si attraversano due
				brevi e ravvicinate gallerie (quota 1937m e 1938m) presso le
				medievali Torri di Fraele, che presidiavano l'importante
				passaggio, e si scollina al Passo delle Torri di Fraele (1941m)
				passando dalla valle del torrente Viola, affluente dell'Adda,
				alla valle dell'Adda.
 In moderata discesa si supera un rifugio
				(1929m) e si raggiunge il grazioso Lago delle Scale (1928m), che
				si costeggia in piano; si raggiunge la località di Cancano
				(1939m) presso il rifugio Monte Scale e gli edifici dell'A2A, che
				gestisce i bacini idroelettrici: a destra si scende con due
				tornanti a fondo naturale alla diga di Cancano (1902m) e, dopo
				averla percorsa, si risale sull'opposto versante fino ad un bivio
				presso la chiesa di San Giacomo di Fraele: a sinistra si percorre
				con lunghe e buie gallerie la sponda settentrionale del bacino
				(percorso da evitare per i ciclisti), a destra si procede per
				Solena e la Valle di Forcola.
 Svoltando sinistra si imbocca il
				comodo tracciato a fondo naturale che costeggia senza gallerie il
				Lago di Cancano (1884m) lungo la sponda meridionale; la strada
				risulta quasi pianeggiante tranne un piccolo strappo con
				successiva discesa situato circa a metà del bacino e
				risulta molto frequentata dai ciclisti in mountain-bike per la
				sua facilità che la rende adatta anche ai bambini.
 Al
				termine del Lago di Cancano si incontra la diga che genera il
				Lago di San Giacomo di Fraele (1949m); si può percorrere
				la diga, lunga 1 Km, con fondo asfaltato per raggiungere il
				rifugio posto sul lato nord ed imboccare la strada che costeggia
				il lago sul lato nord; questo tracciato risulta privo di gallerie
				e quasi sempre pianeggiante.
 Si costeggia il bacino lungo la
				sponda sud inizialmente con un tratto pianeggiante, poi la strada
				si allontana dallo specchio d'acqua e sale con un'impegnativa
				rampetta fino a 1970m; si scende sensibilmente superando il
				Rifugio San Giacomo e si arriva al bivio (1953m) con la Valle
				Pettini.
 Si continua a costeggiare il bacino in piano
				incontrando numerose caratteristiche baite in legno e si
				raggiunge il bivio (1953m) per la Valle Alpisella lasciando a
				sinistra la ripida carreggiabile che raggiunge il Passo
				di Valle Alpisella (2285m).
 Senza difficoltà si
				raggiunge la fine del lago, dove sorge la cappella di San Giacomo
				di Fraele e si incontra la strada che costeggia il lato nord del
				bacino; in breve facilmente si raggiunge il valico.
 
 Una
				carreggiabile a destra si snoda in costa fino al Passo di Val
				Mora (1934m), sul confine svizzero, da dove proseguono solo dei
				sentieri.
 Un'altra carreggiabile a sinistra percorre il
				versante meridionale della vallata e discende dolcemente al
				Grasso di Pra de Grata (1908m) ed all'Acqua del Gallo, il
				torrente che si getta nel Lago di Livigno.
 
 (Itinerario
				percorso il 20/06/1998)
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